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“No ai tagli alla non autosufficienza. Sabato saremo in piazza a sostegno delle famiglie e delle associazioni”

ALBINI (SINISTRA ITALIANA): «I tagli nascono dal Piano nazionale delle non autosufficienze. Spetta però alle Regioni adottare misure a copertura dei costi. Questo in Lombardia è avvenuto solo in minima parte e sta creando problemi alle persone e alle loro famiglie».

SOLDATESCA (SINISTRA ITALIANA): «Sosteniamo la mobilitazione delle oltre 100 associazioni che sabato prossimo saranno sotto Palazzo Lombardia a protestare e a chiedere che la delibera venga modificata. Ci saremo per offrire il nostro sostegno politico e istituzionale».

Nonostante le proteste di moltissime associazioni di settore, la giunta regionale lombarda conferma i tagli alle misure B1 e B2 di sostegno all’assistenza indiretta per le disabilità gravi e gravissime. Le disposizioni di Palazzo Lombardia saranno in vigore dal prossimo giugno.

Il pallido tentativo di venire incontro alle famiglie con una riduzione dei tagli pare una foglia di fico, poiché non si tratta solo della loro entità – comunque considerevoli (i tagli medi dei contributi sono pari al 32% per la misura B1 e del 75% per la misura B2 per i caregiver) e che avrebbero conseguenze devastanti sulla quotidiana assistenza delle famiglie – ma sta proprio nella decisione di intervenire tagliando sulla disabilità per far quadrare il bilancio regionale.

«Si tratta di tagli decisi a monte, dal Piano nazionale delle non autosufficienze – afferma Donatella Albini, responsabile Sanità della segreteria nazionale di Sinistra Italiana – che modifica la parte relativa ai Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali e stabilisce che una quota crescente del fondo destinato alle Regioni sia detratto dalla assistenza diretta (contributo economico) e dirottata sulla assistenza indiretta (prestazioni e servizi). Ma nello stesso Piano è chiaramente indicato come le Regioni abbiano facoltà, qualora possano adottare misure a copertura delle famiglie, laddove il sistema dei servizi non sia pronto per assorbire il carico di cura richiesto dalle persone con disabilità presenti sul proprio territorio».

«In Lombardia, secondo la giunta, tali misure a copertura delle famiglie con persone con disabilità non potevano essere prese – ironizza Silvia Soldatesca, responsabile Sanità di Sinistra Italiana per la Lombardia -. Se è così, la Lombardia è in grave deficit, oppure la giunta regionale ritiene prioritario spendere le proprie risorse in altro modo. Il recente emendamento al bilancio, sempre di fine 2023, per garantire 25 milioni per l’ammodernamento dell’autodromo di Monza, sembra non lasciare troppi dubbi».

«L’assistenza indiretta è un livello di assistenza da garantire e manutenere molto più di quanto fatto fin qui in Regione: siamo le prime a portare avanti questa battaglia su tutto ciò che riguarda il socio-sanitario – sostengono Albini e Soldatesca -. Ma questa è la direzione da perseguire, non l’attualità delle cose. Non si possono togliere risorse a famiglie perché dovrebbero esserci dei servizi che possano assistere adeguatamente i loro cari. La verità è un’altra. In Lombardia lo stato dei servizi socio-sanitari pubblici non permette di prendersi cura adeguatamente di nessuna popolazione con bisogni specifici, come testimonia la prevalenza dei servizi privati su quelli pubblici nei settori di cura delle persone con disabilità o anziane, come anche dalla scarsità di consultori e dal continuo ridimensionamento dei Centri psico-sociali e dei reparti di psichiatria».

«Per questi motivi – concludono le due responsabili Sanità di Sinistra Italiana – non possiamo che sostenere la mobilitazione delle oltre 100 associazioni che il 23 marzo saranno sotto Palazzo Lombardia per esprimere tutto il proprio sgomento e lo sdegno per questa delibera e per chiedere che venga modificata attraverso un percorso decisionale condiviso con chi conosce il mondo della disabilità e dei bisogni connessi. Noi ci saremo – con il dovuto rispetto per l’autonomia di un movimento civico e civile – per offrire il nostro sostegno politico e istituzionale».